novembre 30, 2012

The Death of Willy Wonka

Willy Wonka mi è sempre stato simpatico. Da piccino avrò visto Gene Wilder in abito viola una fottuta marea di volte, generalmente nel periodo natalizio ma anche durante il resto dell'anno. Gli Umpa Lumpa poi mi facevano spaccare dalle risate. Mi ricordano tanto i miei colleghi fratelli Sacchi!! eheheeheh. Devo dire anche il remake della pellicola tratta dal romanzo di Dahl, con un Depp nei panni del "dio" dei dolci e del cioccolato, mi è piaciuta abbastanza. Da fan di Tim Burton devo comunque ammettere che la versione originale ha tutt'altra atmosfera. Certo Burton quando si tratta di incupire qualcosa di eccezionalmente felice, ci riesce alla grande (basta pensare a come cazzo ha scombinato il Natale in Nightmare Before Christmas!!).
Anche io di cose allegre ne riesco a disegnare ben poche. Durante la pubblicazione degli sketch di questo nuovo disegno una mia carissima amica mi ha fatto notare quanto fosse gaio il tema in questione suggerendomi "ma qualcosa di più allegro, no?".
No dai, in questo periodo no... l'allegria è lontana anni luce da quì. Magari quando ribusserà alla porta le faccio un ritrattino ma ora lo spazio è dedicato a tutt'altro. D'altronde se dovessi disegnare un folletto simpatico, ilare, che mangia dolciumi fino a farsi esplodere i denti dalle carie, non sarebbe credibile e risulterebbe poco spontaneo. Willy Wonka, il paladino dei bimbi ciccioni, nel mio mondo, ha tirato le cuoia insieme ai suoi stronzi di Umpa Lumpa, che non fanno più ridere manco se ti incidi la faccia come il Joker! Perisce sotto terra tra due lapidi di dolci, proprio come piace a lui. Che ci si affoghi col suo cioccolato... Fanculo i suoi dolci, tanto ormai ai bambini interessano solo console portatili e cellulari. Moriranno anoressici ma divertiti e esausti dal comunicare. Detto questo che cosa c'è di divertente? Wonka ha voluto chiudere baracca che tanto non vendeva più un cazzo, s'è mangiato un'insalata e tac... gli è andata di traverso. La morte è andata a trovarlo ancora prima che lui potesse sorseggiare un bicchiere di buon vino. Eh, valle a dire qualcosa... La morte è come il Segafredo, ogni momento è quello giusto.

Tramite messaggi privati mi hanno chiesto 4-5 volte che cosa usassi per fare i disegni rispondo quì sotto con una breve lista di ciò che mi è servito per realizzare questa illustrazione.

ZIG Brush Pen Nero
Rapidograph MICRON (005-01-03-05)
Stabilo OHpen Small - Medium
SHARPIE nero
ON THE RUN - Acrylic Bianco
COPIC Multiliner

Poi ovviamente pazienza, rotture di coglioni, interruzioni, cani, gatti e photoshop (ma solo alla fine).

Step-by-step, illustrazione e dettagli di seguito!









novembre 27, 2012

What Do You Really Need For a Good Ride

Da chitarrista una delle cose che da sempre mi irrita è vedere sul palco quei musicisti che hanno sotto i piedi centinaia di pedali ed effetti. Forse perchè mi piacciono le cose semplici e odio incasinarmi la vita, forse perchè a colpo d'occhio mi sembra ridicolo avere 700 pedaline colorate da schiacciare ogni 4 accordi (penso sempre che cazzo mai ci dovranno fare con tutti quegli effetti).
Però devo ammettere che ultimamente mi è capitato di vedere concerti e di trovarmi di fronte musicisti competenti che, sebbene avessero più pedali che anni di vita, riuscivano a farli funzionare a dovere senza mai eccedere. Ogni pedale faceva la cosa giusta al momento giusto, era un valore aggiunto al suono, creava atmosfera o esplodeva a seconda dell'enfasi desiderata del brano.
Io i pedali non li ho quasi mai usati; sì, l'accordatore è un pedale, il distorsore (ne ho provati circa una decina in vita mia senza mai trovare quello veramente adatto) e attualmente uso un Noise Suppressor per tagliare quell frequenze che dal vivo creano feedbacks eccessivi e fastidiosi (grazie Mirko).
Non sono buono (e neanche sufficientemente nerd) e non mi è mai servito usare troppi pedali per la musica che ho sempre suonato. L'idea di combinare pedali (quindi musica) con lo skate mi è venuta perchè mi sono ricordato di quando andavo in skate e non riuscivo, neanche sforzandomi o facendomi male a chiudere una manovra. Beh, forse un "pedale" mi avrebbe fatto comodo. Niente di che, magari un semplice "boost" o qualcosa che mi avrebbe semplicemente fatto andare più in là di quanto riuscissi a fare da solo. Sì, un pedale mi avrebbe davvero fatto comodo anche se forse nel mio caso sarebbe stato considerato una sorta di "doping". Tralasciando la questione "cheating" e parlando più specificatamente dell'oggetto in questione (ovvero il pedale) e della disciplina delle discipline (lo skateboarding) ci sono un sacco di aspetti che si prestano ad una "fusione" come quella rappresentata nell'illustrazione.
Durante la ricerca del contenuto da inserire in questo disegno mi sono imbattuto in una lista di tricks enorme, assurda. Alcuni nomi li avevo rimossi, altri manco li conoscevo. Voglio dire che neanche in Tony Hawk Skateboarding sono stati programmati tutte ste manovre. L'idea di partenza era quella di creare un gruppo di 9-10 pedali, uno collegato all'altro. Avere tanti tricks da scrivere sui pedali, raggruppati a dovere era una salvezza considerando che la mia memoria non conservava un numero sufficiente di manovre. Questo perchè le pedaline (se non le avete ben presente) hanno moltissimi parametri (la maggior parte numerici) e nomi. Poi però mentre disegnavo, un pò per colpa delle dimensioni del foglio, un pò perchè mi sembrava di iniziare a cagare fuori dalla tazza, ho ridimensionato le idee facendo un'ulteriore cernita tra le manovre scelte e ho selezionato i trick che sono più vicini allo skate che sto rappresentando nelle ultime illustrazioni. Per questo motivo ho scelto i plant e i lip trick ad esempio o più semplicemnte il pedale dei Flip ha solo 5 manovre "base".
A malincuore ho cassato il "Cry-Baby" studiato per i "Manuals" (pressione con la punta "Nose Wheelie", pressione col tacco "Manual") perchè è uno dei primi pedali che mi sono venuti in mente. Anche quello degli Ollies (il primo in ordine di cabalaggio) strutturato con un solo potenziometro per la rotazione e due interruttori "Switch" e "Fakie"; l'ho scartato perchè mi sembrava troppo ovvio. Insomma, dalla bozza di cose ne sono cambiate...
Per il lettering mi sono affidato al pennello e all'inchiostro Grog, asciuga velocemente ed è sufficientemente liquido per essere steso senza ripassino. In seguito le solite cose: sviluppato in illustrator il vettore per poi ottimizzarlo col solito photoshop.

Vabbè, bella lee.

Sketch.







novembre 19, 2012

Broken Wrists

Sono anni ormai che ho appeso la tavola al chiodo e nonostante ciò resta immutata la mia passione per lo skateboarding. D'altronde è una roba che ti rimane dentro, specie se l'hai praticato, vissuto, sudato e sofferto per un tot di anni. Purtroppo io sono uno dei tanti che a un certo punto si è trovato davanti a un bivio (fortunatamente non era questione di femmine). Dopo la centesima caduta in mini in cemento (a.k.a. Grattobronx) e aver infierito qualche giorno dopo su altro cemento, più bello però (a.k.a. Lambrooklyn) sono rimasto bloccato con i polsi e non ho potuto suonare per qualche giorno.
Mi sono sentito perso perchè suonavo molto (anche a casa per i cazzi miei) e la proiezione mentale è stata drammatica: mi sono visto con chiodi ai polsi, in ciabatte, copertina di flanella e filippina che mi imboccava la minestra mentre tristemente mi facevo del male guardando quei video che da giovine mi hanno spinto e stimolato ad andare sempre oltre al dolore e alle botte.
Troppo drammatica per i miei gusti anche se sono consapevole che molto probabilmente l'artrosi verrà a trovarmi molto prima di alcuni miei coetanei.
Dopo questa visione mistica presi una decisione, a malincuore e decisi che forse era meglio suonare (anche perchè mi rendevo conto che suonavo meglio di quanto skateassi) e di lasciare il testimone a chi ha meno paura di farsi male.
Io ovviamente parlo di polsi ma c'è gente che skateava con me che ha tutt'ora le caviglie in briciole, ginocchia a pezzi, zigomi o testa rotta. Insomma, in skate ci si fa male e forse è anche quello che attira all'inizio. Sì, perchè in fondo siamo tutti dei masochisti del cazzo, ci piace farci del male in un modo o nell'altro; più soffriamo e meglio è. Alla fine sono più le manovre che si steccano di quelle che si chiudono.
Anche i fenomeni dello skate si fanno del gran male, giusto? Quindi polsi rotti, ginocchia rotte, teste rotte e palle rotte è un concetto che accumuna tutti quanti... o no?






novembre 13, 2012

Minnie's Show Poster

Poco prima di adottare Tara, il nostro cane, un golden retriever biondo platino, ho scoperto quanto sia divertente disegnare i cani. A differenza dei gatti (che preferisco come animale anche se mi rendo conto che il mio gatto, Ozzy, faccia parte di una categoria di gatti "canini" dati i suoi atteggiamenti di fedeltà e attaccamento a noi padroni) li trovo non solo più spassosi e vari da disegnare, ma anche più dinamici. Ovvio, un felino in movimento è un'altra cosa ma disegnare un gatto in posa non è come riprodurre un cane fermo. "Fido" invece "si lascia disegnare bene" è espressivo e si ottengono spesso buoni risultati.
Il perchè abbia disegnato de cani in questo poster non lo so; se poi consideriamo anche che una delle due band di spalla si chiama "Dogs" la cosa è anche buffa ma perchè non è voluta. Anzi, mentre coloravo e riflettevo su questo, iniziavo a riflettere su un soggetto nuovo da proporre.
Però l'atmosfera la trovo bella anche se ovviamente, da ipercritico di quello che faccio, noto dei dettagli che non mi piacciono particolarmente o che comunque, col senno di poi, avrei fatto in un altro modo. Ma la cosa non mi disturba, è il bello di disegnare a mano. Poco spazio per correzioni specie se poi i disegni escono veloci e spontanei dalle mani. Quindi una volta proposto il poster è stato approvato dai ragazzi perciò eccolo qui.

Ci si aspetta una bella serata, con i ragazzi belli carichi e le dita puntate ad accompagnare i cori e i ritornelli della band meneghina. Io invece, che sono anziano, mi porto lo sgabello, la copertina di flanella e me li vedrò in un angolo lamentandomi dei volumi troppo alti e chiedendo al DJ di mettermi ogni tanto un pezzo di Fred Buscaglione.








Shut Up And Skate!

La Zorlac usò questo slogan per diversi prodotti. Spicca certamente uno storico adesivo che raffigurava il volto di un uomo tapparsi le orecchie e attorno ad esso, scritto per l'appunto "Shut Up And Skate".
Io ho voluto un pò rivistare la faccenda...
Sketches, finale bianco e nero e colori e la fonte originale.







Ovviamente è più figo l'originale. Chettelodicoafare?

novembre 12, 2012

Thunderbeard's first exhibition @ La Skaletta - Las Pezia!

Minchia quanta acqua! Litri di acqua da Milano a Sarzana e poi da Sarzana a Spezia.
Acqua alle caviglie, umidità nelle ossa e previsioni non troppo rosee per la serata della Skaletta (cit. "Per essere scuro, è scuro..."). Un buon pezzo di farinata della Pia, una fetta di pizza ("Sapessi quanto ti fa bene...") e poi via per lidi ancor più umidi di Sarzana. Eh sì, perchè in Skaletta e a Spezia, quando piove, piove per davvero. Una cazzo di fottuta "Londra" italiana e se consideriamo che la venue spezina è messa in una sorta di "depressione" stile Amsterdam, l'allagamento, quando viene giù a dirotto, è in agguato!

Ma se evitiamo di considerare questi dettagli "bagnati", una volta dentro la Skaletta tutto cambia. Non esiste il "fuori" perchè ci si immerge in una realtà parallela, calda e accogliente. Un pò come la pubblicità del Ciòbar... gli sfigati fuori e i galli dentro a bersi cioccolata calda!  Ebbene quello che il tempio del Punkrock italiano offre in atmosfera non ha concorrenza; Anni e anni di duro lavoro con affissioni di poster, adesivi e cazzate in giro per il locale tutte a tema, con un iconografia ricorrente (quella dei RAMONES) e ben distinta. Vabbè, ma che cazzo ve lo dico a fare?! La Skaletta la conoscete tutti (e molti di voi l'ameranno) perciò sapete benissimo di cosa sto parlando.
Beh, fare la prima esposizione di Thunderbeard in questo posto non è stato solo un onore ma è stato anche emozionante e gratificante (cazzo, c'era anche il Bucchio al bar che preparava cocktail sbagliati!!)

Alla fine la gente è arrivata. Certo, per essere un concerto dei Manges nello stadio di casa, la gente non era moltissima (ricordo i Manges al Summer Festival... non ci si poteva muovere). La pioggia ha scoraggiato un bel pò di persone a quanto pare. Nonostante ciò la serata è uscita bene, i Manges hanno spaccato (anche più del solito secondo me), nessun allagamento (fatta eccezione per il litri di birra versati sul pavimento nel corso della serata), nessuno si è fatto male e mi sono bevuto 7 litri di succo di frutta! Insomma, a parer mio una figata!

Perciò, grazie alla Skala (Fede e Daria in particolare per il supporto costante)











Articolo de "La Nazione" sulla serata.




novembre 08, 2012

The Manges @ Skaletta + Thunderbeard's exhibition



Reduci da un trionfante tour esotico in Giappone, la punkrock band italiana per eccellenza torna in patria chiudendo in bellezza alla "Mecca" del punkrock del Belpaese, la Skaletta!
Quindi sabato 10 novembre, alle 22.30 il via alle danze e alle urla con i Manges!!
Per l'occasione sono stato chiamato a partecipare con una piccola esposizione dei miei lavori e delle ultime cose fatte con Thunderbeard e confermo la mia presenza.
Sto ancora facendo la selezione dei lavori da esporre siccome la Skaletta è un club della madonna ma è piuttosto intimo e contenuto e se consideriamo tutte le scimmie saltanti che ci saranno al concerto si parla di uno spazio davvero ristretto. Quindi poca roba ma spero buona.
I miei ingredienti si conoscono, skate, punk, hardcore e animali pelosi.
Quelli dei Manges sono noti a tutto il mondo, e date le due portate che offre la casa, direi che il menù è piuttosto interessante!




novembre 06, 2012

In Control - R.O.

THERE IT IS IN FRONT OF YOU
BUT YOU WILL JUST HAVE A FEW
A COUPLE LATER YOU CAN HARDLY SEE
AND YOU'RE LOOKING FOR SOMEONE JUST LIKE ME

BUT I'M IN CONTROL OF WHAT I DO
NOT FUCKED UP. NOT LIKE YOU
I'M IN CONTROL. IN CONTROL.
I'M IN CONTROL OF WHAY I DO

NOW YOU'RE FUCKED UP AND WITH YOU'RE TRIBE
YOU'VE GOTTEN YOUR COURAGE. NOW YOU'LL VIBE
YOU'RE DRUNKEN BRAVE. I'M IN YOUR SIGHT
YOU'RE SHOOTING WORDS. NOW IT'S TIME TO FIGHT

YOU THINK YOU'RE TOUGH BECAUSE IT'S IN YOUR BLOOD
IT'S JUST BULLSHIT, YOU'RE FUCKING DUMB
YOU WOULD THINK SOMEDAY YOU WOULD GET IT STRAIGHT
BUT NOT THIS TIME. IT'S JUST TOO LATE!

In Control - Stalag13





novembre 02, 2012

Rounded labels

Nel primo post del blog ho espressamente detto che non avrei utilizzato softwares per la grafica nella creazione dei lavori per Thunderbeard. Ovviamente questo è poco probabile in quanto molti dei lavori prima di essere stampati e pubblicati devono necessariamente subire un intervento digitale. Però è vero, penso di avere esagerato un pò sulla "condotta" tecnica che volevo mantenere. A dir la verità sono molto soddisfatto da come mi sto comportando perchè riesco a limitare l'utilizzo del computer all'ottimizzazione e non alla costruzione di un lavoro. Certo ci sono le eccezioni e questo post parla proprio di un'eccezione (la seconda se poi consideriamo il progetto "Fuck Greenhorns").
Prima di stampare qualsiasi cosa, che sia una maglia, un poster o un copricapo anni '30 mi è venuto spontaneo pensare ad un marchio. Non so, lo ritengo necessario; penso sia sinonimo di serietà e di riconoscibilità, aldilà del fatto che magari i disegni hanno uno stile poco confondibile e una personalità ben delineata. Il brand è il brand e i marchi, i loghi si fanno in digitale, in vettoriale.
Non ho fatto sketches su questo, non molti almeno e neanche interessanti da scansionare e pubblicare nel progetto. Queste labels sono semplici, pochi fronzoli, dirette, efficaci. Mi sono rotto il cazzo di robe troppo colorate  e patinate, come quelle che facevo prima con Cactus Ind.!

Sto lavorando anche su alcune labels quadrate ma non c'è ancora nulla di definitivo e niente che si distacchi molto da questi tondini.
Per quanto riguarda la grafica digitale, cercherò di fare il bravo senza abusarne, parola di boyscout!

yo!


novembre 01, 2012

Tattoo to the Future Part. II

Altra tavola dedicata alla trilogia di Zemeckis!
A grande richiesta, grandi marciate. Come dicevo però disegnare queste cazzatine rilassa e diverte, quindi... perché no?

YO!


Bullshits in October

Devo dire che sto mese è passato in una velocità mostruosa. Quasi non mi sono reso conto di quanta roba ho fatto e infatti mi sento a pezzi. Un pò per il concerto degli Indigesti di ieri sera che mi ha procurato al solito cervicale e ore di sonno arretrate, un pò perchè onestamente è stato uno dei mesi più impegniativi dell'anno. Però devo dire che sono soddisfatto: nelle ultime due settimane ad esempio ho svolto un paio di corsi utili e interessanti (tecniche di vendita e un corso per imparare tecniche per migliorare la memoria).
Sono tornato a scuola, tra i banchi e la sensazione non è stata affatto spaventosa come pensassi (sinceramente ero abbastanza inquieto all'idea di starmene 8 ore seduto ad un banco ad ascoltare un professore). Ho dato probabilmente vita ad una collaborazione con un brand molto popolare e in voga quì a Milano (mistero, col cazzo che ve lo dico!) e ho disegnato un bel pò. Ho iniziato a preparare uno sketch/illustrazione per un negozio di Boston, Sudo Shoes, dove lavora la mia amica Amy Toxic e buttato giù un paio di idee da realizzare in seguito. Work in progress quindi ce ne sono (in calendario anche un posterino per i Minnies e una mostra alla Skaletta di La Spezia), e fremo per metterci mano su, solo che un pò il tempo, un pò la "gabbia" lavorativa, un pò sto cazzo di torcicollo e sonno mi fanno tentennare nell'iniziare qualcosa, ma è roba di un paio di giorni!! Da domenica/lunedì mi rimetto in marcia. Nel frattempo butto su un paio di illustrazioni poco impegnative che ho fatto negli scorsi giorni.
Vado a mangiarmi  lo yogurt e ad ascoltare "Theme De Yoyo" dei Motorpsycho!


OCTOBER LETHARGY

THE DAILY BREAKFAST